Ad Iglesias, in uno spazio raccolto e quieto, fiorisce la Cattedrale di Santa Chiara: tra gli edifici principali del centro storico, si porge alla vista in un impasto cromatico di chiari e scuri, come granelli di sabbia e terra imbrigliati tra le linee e i confini della sua muratura.
La chiesa, dirimpettaia del Municipio cittadino, venne eretta tra il 1284 ed il 1288 d.C. e fu commissionata dal celebre conte Ugolino della Gherardesca. L’intitolazione alla santa di Assisi avvenne a pochi decenni di distanza dalla sua canonizzazione avvenuta nel 1255. Divenne Cattedrale nel 1503, per volontà di papa Giulio II della Rovere, nello spostamento della sede della Diocesi da Tratalias.
Situata nel cuore di Iglesias, si presenta a fedeli e visitatori con la sua struttura in cui si intrecciano elementi architettonici e decorativi di stile “misto”, in cui le originali linee romaniche si intrecciano a quelle gotiche. In facciata, le modanature essenziali delle cornici marcapiano suddividono idealmente in fasce la facciata dell’edificio: nell’ordine inferiore si ha l’accesso principale alla Cattedrale tramite un portone con architrave sormontato da una lunetta a tutto sesto, in quello superiore due aperture con archi ogivali (ora tamponate) affiancano il rosone centrale.
La parte terminale della facciata è caratterizzata dalla presenza di archetti trilobati che seguono la pendenza della copertura a capanna. Sulla destra si trova il campanile a pianta quadrangolare che richiama modelli catalani con la copertura a terrazza.
L’impianto interno, originariamente a navata unica, con capriate lignee a copertura (di cui restano le mensole di appoggio), si è arricchito di una suggestiva volta in pietra, cappelle laterali e due cappelloni che trasformano la pianta in croce latina.
Basta alzare lo sguardo verso lo stile goticheggiante dei costoloni che innervano le volte stellari, estese all’intera lunghezza della navata, per scoprire le influenze aragonesi sull’edificio. Le gemme al centro delle volte raffigurano i santi Chiara, Sebastiano, Giovanni Evangelista e Antioco.
Data l’importanza religiosa, la cattedrale venne scelta come sede delle reliquie di Sant’Antioco, ritrovate nel Seicento all’interno delle catacombe di Sulci. Al santo è dedicata una cappella in cui si conserva un altare ligneo in stile barocco. Le altre cappelle (due per lato) sono dedicate a san Nicola di Mira, alla Vergine del Carmelo, san Giovanni Battista e in quella in cui già si trova il Santissimo Sacramento è presente anche il simulacro ligneo della Vergine del Rosario.
La Cattedrale custodisce un’importante collezione di oggetti preziosi, conosciuta come il Tesoro della Cattedrale, attualmente conservato nell’attiguo Museo Diocesano. Tra gli argenti spiccano due croci processionali, diversi calici e un pastorale finemente lavorato.
La Cattedrale ha vissuto tanti momenti di trasformazione e arricchimento, entrarvi è come entrare nella sua storia. La porta è aperta…
Laura Di Martile (Hyperborea.com)