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Beni archivistici

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Bolla su pergamena con sigillo papale di Pio VI

L’Archivio Storico Diocesano di Iglesias custodisce l’insieme della documentazione e degli scritti della Curia diocesana, del Capitolo della Cattedrale, del Tribunale Ecclesiastico diocesano, degli Enti ecclesiastici dipendenti dall’autorità diocesana e del Fondo musicale Pietro Allori.

Fondo della Curia diocesana

Il patrimonio documentario della Curia diocesana, redatto in latino, catalano, castigliano, italiano, francese e sardo, copre un arco cronologico che va dal XVI al XX secolo. I documenti più antichi risalgono al 1562: un atto di censo in favore della “Lampada” della Parrocchia di Villamassargia e un foglio di atti di matrimonio della parrocchia di Santa Chiara di Iglesias. In generale, la documentazione riflette l’attività dei vescovi, degli uffici della curia e dei loro rapporti con le parrocchie, del clero secolare e regolare e delle varie associazioni religiose e laicali. Fra le serie più rilevanti quella relativa ai Quinque Libri, ossia quei registri che il Concilio di Trento stabilì dovessero essere tenuti obbligatoriamente in ogni parrocchia. Si tratta di registrazioni di battesimi, matrimoni, cresime, sepolture e stati delle anime. Queste fonti, uniche ed essenziali data la mancanza di analoga documentazione di natura civile, rendono il Fondo della Curia diocesana l’unico in grado di fornire le certificazioni di stato civile anteriori al 1866, anno di istituzione di tale ufficio da parte delle Stato Italiano. Altre fonti di particolare interesse le Visite Pastorali, dallo studio delle quali è possibile desumere preziose informazioni sull’attività pastorale della Chiesa locale, la vita delle singole comunità parrocchiali, degli ordini religiosi e delle diverse istituzioni ecclesiali. Inoltre, i testamenti, i libri di contabilità dei beni vescovili, monastici e parrocchiali che molto ci dicono sulla struttura economica, sulle modalità della trasmissione ereditaria, sulla rilevanza e l’organizzazione produttiva del patrimonio ecclesiastico.

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Fondo del Tribunale Ecclesiastico

Il Fondo custodisce le cause e i procedimenti espressone dell’attività giuridica prodotta dal Tribunale ecclesiastico della Diocesi di Iglesias. Il patrimonio documentario decorre solo a partire dalla prima metà del XVII secolo, ciò fa presupporre che la documentazione più antica sia andata dispersa come si evince da un registro di Provvedimenti vari risalente al 1676 dove, alla carta 3, il promotore fiscale riferisce che, a causa della peste che ha colpito Iglesias, molti documenti sono andati dispersi o finiti in mani private, intimandone la restituzione entro venti giorni pena la scomunica.
L’intero nucleo documentario, pervenuto con la sola indicazione “da decifrare”, è stato ordinato in cinque serie: Cause civili, Cause matrimoniali, Cause criminali, Tribunale di appellazioni e gravami e Provvedimenti giudiziari.
Appartengono ai Provvedimenti giudiziari cinque sotto-serie:
a) Provvedimenti vari, cioè le disposizioni e i provvedimenti, sia amministrativi che giudiziari, emanati dal vicario generale;
b) Monitori canonici,
c) Assoluzioni canoniche;
d) Definizioni testamentarie;
e) Testimonianze e informazioni.

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Fondo Archivio Capitolare

L’Archivio del Capitolo Cattedrale di Iglesias, che è giunto sostanzialmente integro, possiede documenti che, a partire dal Cinquecento rappresentano una fonte di grande importanza non solo per la storia ecclesiale ma anche civile della comunità iglesiente.
Uno dei documenti più preziosi dell’intero fondo è l’Officij Sancti Antiochi Prothomartiris del 1621. Si tratta della copia apografa di un più antico e ormai perduto documento medievale arricchito della partitura gregoriana dell’officio dello stesso santo.
Tra le diverse serie organiche individuate risulta di notevole interesse, per uno studio istituzionale del Capitolo ecclesiense, quella relativa agli Statuti. Fin dai tempi antichi il Capitolo si preoccupò di disciplinare la propria vita interna e i rapporti con gli altri enti ecclesiastici e laici per mezzo di regole che vanno sotto il nome di Costituzioni. Le più antiche a noi pervenute sono relative al dicembre 1517. Questa raccolta riflette consuetudini e regolamenti più antichi riguardanti la presenza al coro e le corrispondenti distribuzioni, l’obbligo della residenza, la permuta delle prebende e il giuramento dei canonici.
Di rilievo risulta pure la serie dei Verbali delle riunioni e Deliberazioni capitolari (Giunte capitolari), espressione del potere esecutivo esercitato dal Capitolo. Queste, nel Seicento, avevano luogo nella sacrestia della chiesa cattedrale e, secondo quanto disposto da monsignor Costantino Falletti il 24 maggio 1728, dovevano tenersi in via ordinaria di lunedì, al mattino, una volta terminata l’ufficiatura corale, sotto pena di puntazione per coloro che, con il pretesto di dover partecipare alla Giunta, non prendessero parte al coro.
Interessante risulta pure la documentazione relativa agli Spogli dei vescovi. Dopo la morte del vescovo il Capitolo procedeva all’elezione di un Vicario che sostituiva il vescovo fino alla nomina del titolare di cattedra. Durante la sede vacante si procedeva allo spoglio dei beni del vescovo e della diocesi redigendo degli appositi inventari contenenti: elenchi di arredi, paramenti sacri, beni ed effetti personali dei vescovi, libri, etc.
Si presentano omogenee ed integre le serie relativa ai registri del Notario, Archivero e Caxero. Il Notario era l’ufficiale capitolare incaricato di registrare, in appositi registri, il denaro degli “ingressi” dei nuovi capitolari ossia i nomi dei debitori e le indicazioni degli stabili ipotecati al Capitolo con le relative somme, specificandone giorno, mese, anno e relativo atto notarile.
I registri dell’Archivero contengono invece i resoconti dell’amministrazione del patrimonio capitolare; mentre quelli prodotti dal Caxero sono relativi ai rendiconti di cassa.
Importante per lo studio della devozione locale e il culto dei santi in diocesi la documentazione relativa ad alcune ricorrenze religiose e liturgiche celebrate dal Capitolo cattedrale con particolari cerimonie e solennità. Trattasi soprattutto della documentazione prodotta dall’Obreria di s. Antioco, di santa Giuliana e degli atti relativi al culto della Madonna delle Grazie.
Una parte cospicua di documentazione è quella relativa ai Benefici canonicali prodotta a seguito del
conferimento di canonicati, ossia di benefici a favore di un ecclesiastico membro del collegio capitolare. I canonicati potevano essere con prebenda (il termine indica i beni costituenti il patrimonio destinato a fornire un reddito a un ecclesiastico che ne sia beneficiario) o, cosiddetti, di distribuzione.
Consistente si presenta anche la documentazione relativa ai Frutti di stola ovvero quella relativa agli emolumenti percepiti dai canonici in seguito alla celebrazione di determinate funzioni ordinarie e di particolare devozione.
Numerosi anche i registri delle cosiddette Puntazioni, ossia delle annotazioni relative alla partecipazione dei canonici e dei beneficiati al coro.
Tuttavia a prevalere sull’intero patrimonio documentario è la documentazione di tipo contabile-
amministrativo. Trattasi di censi e affitti riscossi dal procuratore, riscossioni, conti relativi alle rendite, capitali censuali e luizioni, proprietà con ipoteche, rendiconti, liquidazione di beni ecclesiastici, decime e altre esazioni.